Tentare di mettersi in contatto con uno spirito (anche quando lo si fa in buona fede o semplicemente per gioco) non si rivela quasi mai una buona idea. I metodi per comunicare con i defunti sono molti, ma sicuramente il mezzo più noto e diffuso è la tavola ouija, un oggetto all’apparenza innocuo ma che può diventare un’arma a doppio taglio. Quando la utilizziamo, infatti, non soltanto apriamo un varco che ci mette in comunicazione con qualsiasi genere di entità, ma rischiamo anche di far entrare involontariamente nella nostra vita qualcuno, o peggio ancora “qualcosa”, che può causarci non pochi problemi. Per questo il suo utilizzo è sempre sconsigliato, soprattutto a gente poco esperta che non ha la minima idea di ciò a cui può andare incontro. La tavola ouija è generalmente una superficie piana su cui sono disegnate tutte le lettere dell’alfabeto, i numeri, un “sì” e un “no” e, a volte, svariati altri simboli il cui scopo è quello di consentire una comunicazione con le anime dei defunti o, peggio, con i demoni. La tavola ouija è nata nel Novecento, ma la pratica di parlare con gli spiriti era diffusa in tutte le culture antiche: dai Cinesi agli Egizi, dai Greci ai Romani. Le esperienze con la tavola ouija, stando a quanto ci viene raccontato, non sono mai positive. Qui di seguito ne riporteremo alcune, che hanno fatto riflettere molti dei nostri lettori tanto da dissuaderli dal cimentarsi con questo gioco.
Testimonianza tratta dal libro
STORIE VERE PARANORMALI
Anche Claudia stenta a credere a quello che ha provato e vissuto insieme ad alcuni amici, e l’idea di non trovare nessuna valida spiegazione razionale l’ha portata a riflettere su cose che prima reputava sciocche e assurde. Alla fine, si è dovuta ricrede sul suo scetticismo. A quei tempi frequentava l’università, e alla sera si ritrovava spesso insieme a tre amici in casa di altre due amiche. Fu proprio una sera di quelle che, complice la noia, Claudia propose di fare una seduta spiritica. Non disponendo di una tavola ouija, presero un grosso foglio di carta e ci disegnarono sopra le lettere dell’alfabeto, i numeri, la frase “me ne vado”, il “sì”, il “no”, ecc. Quindi presero una moneta e ci appoggiarono sopra il dito indice. All’inizio la cosa sembrava un semplice gioco: nessuno era turbato, e anzi si fecero delle gran risate; ma poi, mentre Andrea, uno dei ragazzi, fungeva da “officiante” (doveva essere Claudia a farlo, ma si rifiutò), decisero di concentrarsi con serietà, e tenendo gli occhi chiusi iniziarono a far girare la moneta (vale a dire che erano loro a muoverla deliberatamente). Dopo una decina di minuti (che a Claudia parvero interminabili), nella stanza c’era solo il silenzio: tutti i ragazzi, guidati da Andrea, cercavano di convogliare le loro energie sulla moneta; si udiva soltanto la voce di Andrea che chiedeva agli spiriti di manifestarsi. A un certo punto la moneta si fermò. Claudia aprì gli occhi (si sentiva intorpidita) e vide Andrea impallidire. In quell’istante tutti aprirono gli occhi: la monetina si stava muovendo da sola in maniera disordinata! Andrea era in preda al panico, e nessuno aveva il coraggio di dire nulla. Un altro ragazzo, convinto che stessero scherzando, per alleviare la tensione si alzò dal tavolo e li mandò a quel paese. Anche i bambini sanno che non bisogna abbandonare così bruscamente le sedute spiritiche, perciò Claudia e gli altri lo pregarono di tornare al suo posto, giurando che nessuno di loro stava muovendo la moneta: Claudia no di certo, le ragazze neppure (erano troppo impressionate), quanto ad Andrea, era bianco in viso. I sospetti, semmai, cadevano su Lele, noto burlone e appassionato di film horror. Pregarono Marco (fratello di Lele) di tornare al tavolo, e quello acconsentì. Appena si furono calmati, rimisero tutti le dita sulla moneta, toccandola molto lievemente, la sfiorarono appena. Subito, istantaneamente, la moneta scivolò sul “vado via”! Nessuno voleva credere a quello che stava succedendo; allora iniziarono a porre alla presunta “entità” delle domande precise, e la moneta rispose puntualmente. Era uno spirito? Un’anima? O cos’altro? Disse il proprio nome e rispose a tutte le domande che i cinque ragazzi gli formulavano. A un certo punto Claudia non sentì più le domande e tenne lo sguardo fisso sulla moneta, che continuava a muoversi. Poco dopo alzò la testa e vide che tutti la stavano fissando; capì subito perché: stava ansimando in maniera pesantissima, come si vede fare dai medium nei film, senza nemmeno accorgersene! Decisero di smettere, non prima di aver assistito a un vero e proprio “slalom” della moneta, che correva tra le varie parole sempre più velocemente; alla fine risultava quasi impossibile starle dietro. Al termine della seduta Claudia era completamente stordita, Andrea era bianco come un lenzuolo e non riusciva a reggersi in piedi, un’amica piangeva, mentre un’altra ragazza, molto religiosa, che aveva deciso di restarne fuori lanciava loro improperi accusandoli di essere dei pazzi e addirittura dei Satanisti! Qualche giorno dopo Claudia, convinta che si fosse trattato di uno scherzo, interrogò ciascuno dei suoi amici separatamente, ma tutti le giurarono di non aver assolutamente mosso la moneta. A turbare Claudia era soprattutto il fatto che la monetina si fosse mossa da sola sotto i loro occhi, rispondendo sensatamente alle loro domande precise e, invece, reagendo quasi con stizza (“me ne vado”) quando la seduta veniva condotta in maniera non corretta.